07 dicembre 2008

5 - Retrospettiva Fish, di Francesco Barraco - RAINGODS WITH ZIPPOS

Personalmente pensavo ad un album in sordina dopo Sunset ed invece... ecco un altro GRANDE lavoro! Forse meno omogeneo del precedente ma indiscutibilmente GRANDE. Un album che è un continuo crescendo sino alla MERAVIGLIOSA suite che rimarra' il manifesto "ittico" di fine millennio. Per quanto riguarda la squadra compositiva si alternano diversi musicisti (anche quel Turrell che fara' in seguito molto discutere per il suo "classicismo a buon mercato" con tarantelle a tempesta). Fa la sua comparsa Bruce Watson e riappare Simmonds mentre Wilson si defila sulla carta ma in alcuni episodi la sua presenza si avverte... eccome!

Tumbledown
Non da cestinare ma di sicuro l'opener meno riuscito sino ai giorni nostri. Meno riuscito anche perche' meno impegnato. Tuttavia l'intro di piano di Simmonds è notevole cosi' come la ritmica saltellante e le frasi vagamente celtiche. Frana un po' il bridge che sembra uscire da alcune cose collinsiane ultimo periodo. Anche la chitarra wah wah con relativo coro sembra un po' forzata.
Voto 7-

Mission statement
Rock 'n roll inutile e senza neppure una codifica che lo giustifichi. Da salvare solo l'arrangiamento. Ehm... non nascondo che a questo punto cominciavo a preoccuparmi delle sorti dell'album.
Voto 5

Incomplete
Grande duetto! Forse Fish pensando alle canzonette collinsiane premiate dalle top ten avra' ripetuto fra se' e se': "il suo è culo, la mia è classe..caro il mio coglionazzo!". Effettivamente non c'è confronto fra la cifra artistica dei due... Di questo brano mi piace anche l'interpretazione di Fish da uomo disilluso seduto in un piano bar alla centesima sigaretta (un "I dream of you" quasi alla Paolo Conte).
Voto 7

Tilted cross
Mi genufletto dinanzi a questa miniatura di grande sensibilita' agreste! Mi devo ripetere ma questa è poesia, grande poesia!
Voto 7;5

Faith Healer
Maronna mia!!!! Che cover!!! Immagino il pescione che poggia le sue mani sante sulle nostre testoline in un clima di esaltazione da fede posticcia... chitarre sanguinanti e violino spiritato! Se non ci apriva i concerti sarebbe stato da ricoverare.
Voto 7,5

Rites of Passage
Un brano di grande sacralita'. La coda new age e' splendida, i violini sono toccanti (Raingods ha gli archi migliori di tutta la discografia fishiana) e il testo amaro lascia presagire la separazione.
Voto 7

Plague of Ghosts
E' quasi superfluo rimarcare come codesta suite faccia pendere la bilancia in modo determinante nel giudicare l'album. Siamo di fronte ad una suittona clamorosa!! Un SUPER brano che gioca di nostalgia il giusto aprendosi con successo (e rara ispirazione!) a sonorita', ritmi e stili assolutamente moderni. Si va dalla grande intro con tastiere liquide dove Fish mostra un'inedita sensibilita' (quasi femminile, alla Bjork) a riferimenti gabrielliani da US, alla psico-ambient "acquatica", al dark floydiano con schitarrate a "salire" (WILSON!) con ritmi jungle, alla purezza e al romaticismo classico di Raingods Dancing, per approdare (dopo un percorso narrativo ed emozionale strabiliante) al rassicurante esotico finale di Wake-up Call con chitarre slide wilsoniane. Cosa dire? CAPOLAVORO ASSOLUTO!! Vogliamo trovarci un difetto? Ecco pronto: il ritornello di Raingods Dancing ("raingods with zippos...") che risulta un po' deficitario in fatto di assonanza. Ma sono davvero briciole anche per un criticatutto come il sottocritto.
Voto 9.5

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