31 dicembre 2008

FISH STA BENE

Con una breve ma commossa email, Fish ci ha informato del buon esito della biopsia: si trattava di una ciste che è stata rimossa con un piccolo intervento a carattere locale per cui, dopo un periodo di riposo, la voce tornerà meglio di prima. I festival estivi sono pertanto in corso di conferma, e ci saranno delle date di warm up in Scozia o Inghilterra, ancora non si sa. Resta confermato l'anno senza un tour vero e proprio e senza nuovo disco, e Fish è stato contattato per alcune sceneggiature da una tv indipendente, oltre a voler riprendere i contatti per la carriera di attore e voler scrivere il suo libro. Insomma, meglio di così non poteva finire, meno male.

Abbiamo iniziato ad informare anche la stampa.
La news su Fanzine.net

Foto data di Lecco

Bellissime foto della data di Lecco, ad opera di Lorenzo Fredi.
Qua.
Buona visione.

25 dicembre 2008

Rettifica a RockOL

Chiediamo un aiuto a tutti: Su Rockol è comparsa la notizia ''FISH è MALATO E SI RITIRA'', con un articolo che storpia completamente il senso della mail di Fish: Fish si prenderà una pausa per il 2009, non si ritira affatto, semmai bisogna aspettare i risultati della biopsia prima trarre conclusioni ora a dir poco affrettate. Chi volesse darci una mano potrebbe entrare nella area commenti e chiedere con forza, ma comunque gentilmente perchè bisogna capire se l'errore sia loro o della loro fonte prima di sparare a zero, di rettificare la notizia. Grazie in anticipo a chi vorrà farlo.

http://www.rockol.it/news-98282/Fish-(ex-Marillion)-è-malato-e-si-ritira


ps: tra un paio di giorni andiamo a controllare chi NON l' ha fatto :)
A presto, spero con buone notizie
TCI

22 dicembre 2008

Fish 2008 - Facing the music

Cari amici, allegata troverete tradotta l'ultima email di Fish, che vi preghiamo di leggere fino in fondo. Non sono belle notizie, ma è anche presto per fasciarci la testa. Vi terremo ovviamente informati non appena avremo notizie. Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti i partecipanti alla cena in budineria di giovedi: oltre cinquanta persone, con una schiera di pazzi scatenati che ha fatto onore ad un bellissimo concerto dei Silver Key pogando come se fossimo ad un concerto del Pesce.

Non abbasseremo mai le bandiere, qualsiasi cosa succeda, perchè noi siamo The Company : until we die !!!

Buon 2009 a tutti!

Take care, stay alive




Voglio sinceramente ringraziarvi tutti per gli auguri a me e Katie per il nostro fidanzamento.

E' stato veramente incoraggiante leggere tutte le vostre email e stiamo continamente riadattando il nostro scenario domestico e ridisegnando lo studio come nostra casa.

Mi scuso per la scarsità di contatti in questi ultimi mesi, ma ora posso rivelare quello che ha occupato i miei pensieri da questa estate. Come avrete probabilmente notato, ho raggiunto una media di 50 date all'anno da quando Fields of Crows è stato realizzato nel 2004. Con l'eccezione dei 6 mesi spesi nella stesura di 13th Star nella prima metà dello scorso anno, sono stato in tour per quasi quattro anni, e se eslcudiamo qualche settimana di riposo qua e là , ed il mio viaggio in Viet Nam in questo periodo del 2007, il mio tempo e le mie energie sono state utilizzate per la promozine e per lavorare sugli aspetti commerciali della mia carriera. E' stato stressante e ha avuto il suo prezzo da pagare. Steve Vatnsis ed io avevamo già arrangiato il materiale di 13th Star su toni in cui potevo trovarmi più a mio agio, ma le cose accadute la scorsa estate , mentre avevamo iniziato a registrare avevano peggiorato le cose e mi sono trovato a lottare per mantenere delle performances decenti sulle parti principali.

Grazie alla pazienza di Calum Malcom ed una impressionante serie di sessioni, siamo riusciti a farcela e penso di aver fornito una delle mie migliori prestazioni vocali da parecchio tempo a questa parte. Sono quindi partito in tour senza fare una vera pausa e senza poter fare la vacanza che avevo programmato di fare prima di iniziare. Le attività di promozione sono state a loro volta impegnative e perciò il collasso vocale a Manchester è stato inevitabile, tenuto anche conto dei fattori di stress.

In quel periodo mi hanno sparato addosso per la mia incapacità di raggiungere toni alti e anche la mia voce ha ricevuto parecchie critiche. Non avevo certo bisogno che mi dicessero l'ovvio. Il tour è comunque andato molto bene, dopo che mi sono ripreso da una laringite virale ed ho finito l'anno con un grosso sospiro di sollievo, e anche un po' di complimenti per alcune grandi date. Il Vietnam è stata un pausa più che benvenuta ed il 2008 è iniziato bene, e tutto è stato ok fino allo show al O2, quando qualche sintomo ha cominciato a manifestarsi: mi sono ritrovato una raucedine che non riuscivo ad attribuire a qualcosa di specifico; un paio di giorni dopo, a Tavistock, mi sono fatto visitare da un dottore che mi ha detto che la mia gola non aveva infezioni e non aveva segni di nulla di spiacevole, ma ha osservato anche che la ghiandola tiroidea era anomalmente gonfia, per cui ha preso alcuni campioni di sangue per analizzarli, consigliandomi di vedere il mio medico quando sarei tornato ad Haddington.

Due settimane e parecchie preoccupazioni dopo, le analisi sono arrivate senza alcun valore anomalo, per cui ho portato a termine il tour senza particolari problemi , a parte difficoltà occasionali sulle note alte. Inutile dire che sono stato doppiamente attento e non ho fatto cose avventate. A maggio ho fatto solo alcune date sporadiche ed ho avuto un periodo adeguato di riposo, ho visto il mio medico che mi ha consigliato uno specialista di Edimburgo per una visita più approfondita. Il tour americano era in vista e ho fatto la visita mentre ero impegnato nella sua preparazione. Il dottore, dopo aver filmato le corde vocali, mi ha detto che c'erano dei noduli; non ne sono stato troppo sorpreso: era stato un tour lungo ed impegnativo, ed i noduli non sono una eccezione dopo tutto quel logorìo.

Li avevo avuti già due volte, una volta con i Marillion alla fine degli anni 80 ed una volta nei primi anni 90 durante il periodo pesante del tour alla fine del progetto di Vigil. Possono ''dissolversi'' col tempo, e qualche mese senza cantare fa' veramente molta differenza. Non ero più così preoccupato e mi è stato quindi racommandato di vedere un terapista della voce una volta tornato dagli USA.

Dovevo solo riguardarmi ed evitare sforzi.

Il tour in Nord America mi è venuto in soccorso , perchè i livelli di stress pre-tour e sul bus erano alti e pertanto i day-off e gli spostamenti sono stati più che bene accetti. Penso che le vibrazioni nei concerti ed i fans abbiano più che aiutato ad alleviare tutta la tensione accumulata.

All'interno dello staff, solo Frank e Yatta erano al corrente dei miei problemi, oltre alla famiglia e ad alcuni amici intimi. Ero mentalmente e fisicamente esausto, quando sono tornato a casa. A luglio sono tornato alla ENT, per una visita con una specialista della voce. Il suo giudizio inizialmente è stato che la mia voce non era per nulla in cattive condizioni, considerato che ero appena reduce da un tour. Non è stata pertanto sorpresa di trovare le mie corde vocali infiammate , e mi ha detto che ''sarebbe stato scioccante se si fosse trattato di qualcuno che avesse fatto altro invece di cantare per vivere''.

Ha fatto fotografie della mia gola e delle corde vocali con un endoscopio, ed ha diagnosticato che non avevo noduli. Ho pensato che tutto si sarebbe perciò ridotto ad un diagnosi di pesante usura , con prescrizione di un periodo di riposo. Appena ho pensato perciò di avere il ''tutto a posto'', la dottoressa ha rilevato un'area bianca su una delle mie corde, dicendo ''ma questo è preoccupante''. Appeno ho sentito la frase '' crescita irregolare delle cellule'', la mia mente è diventata fredda e concentrata: sapevo cosa significava. Avevo un tour a settembre, con fans che avevano già acquistato biglietti ed organizzato gli spostamenti. Pure io avevo una band ed una crew che contava su di me per avere un lavoro, e che aveva debiti e famiglie, con nessuna possibilità di trovare una alternativa con così poco preavviso.

Ed in tutta onestà anche io avevo bisogno di soldi. Mollare a quel punto mi avrebbe lasciato in difficoltà, perciò avevo bisogno di completare il tour. Il medico voleva farmi una biopsia in anestesia totale, ma sapeva che questo mi avrebbe messo fuorigioco per almento sei settimane, oltre al rischio di danneggiare permanentemente la mia voce.

Ci siamo accordati per monitorare la crescita delle cellule e di fare un'altra visita tra l'ultima parte del tour europeo e la parte finale in UK. Avrei avuto problemi con le corde vocali solo per le note più alte, in quanto avrei dovuto ''strizzarle'' e la crescita anomala ne avrebbe ridotto il movimento. Per il resto, non c'erano problemi. I Festival di agosto sono andati bene e la mia voce era in forma dopo il riposo.

Tuttavia, un certo numero di interviste e l'accumulo di stress ha comportato una certa sofferenza a Malta, e si è notato, ma sono tornato in forma per l'Olanda, dopo un paio di giorni di riposo. Il resto del tour è scivolato lentamente , ed una infezione casuale ad Amburgo quasi mi ha costretto ad una chiusura anticipata del tour. Ce l'ho fatta a finirlo solo grazie ad un paio di iniezioni di cortisone Mi sono stupito che alla visita di controllo , la mia voce sia stata giudicata in miglioramento, ma non è stato possibile fare foto della situazione, a causa della rottura dell'endoscopio.

Mi hanno perciò dato il via libera per la conclusione del tour, dicendomi di tornare alla clinica non appena rientrato. Mi avevano mollato per il momento, ma dovevo ancora ''affrontare'' la musica. Agli altri avevo dato la notizia durante il tour ed ovviamente sono tutti restati scioccati ed allo stesso tempo preoccupati sulla possibilità di riuscire a terminare le tre ultime settimane. La notizia che potevo continuare ha sollevato tutti, me compreso, e sono saltato di nuovo sul bus. La voce ha tenuto e le reazioni della gente mi hanno fatto tirare avanti. Il sollievo al ritorno a casa è stato immenso.

Ero in lacrime sul palco, a Glasgow, e a Buxton sono quasi collassato. L'influenza che avevo evitato per tutte le date inglesi e che invece aveva colpito la band ( e i fans al seguito!), alla fine mi aveva beccato. Fisicamente non avrei potuto esibirmi in un altra data, ed è stata una grande emozione ritornare allo Studio : 130 date fatte ed archiviate !!! Sono stato in ospedale ieri e mi hanno esaminato sotto anestesia generale, che ha comportato la biopsia di una delle mie corde vocali. Ora sono in attesa dei risultati. D'altro canto, devo confrontarmi con questa situazione nella maniera migliore possibile. In tutta onestà, ho 50 anni, fum(av)o, bevo, ho avuto una storia ''colorita'' ed ho effettuato quasi 1700 concerti in 27 anni, facendo nel contempo il triplo di interviste.

E' come mettersi in mezzo ad una autostrada sperando di non essere colpito da una macchina. :-D

Farò una pausa di almeno sei mesi, e mi piace pensare che sarò in grado di fare qualche festival nell'estate 2009, ma non ci saranno tour fino al 2010. Non ho pianificato neanche un nuovo album fino alla fine dell'anno prossimo. Dipende da ciò che succederà nelle prossime settimane, per cui non ci sono piani per attività musicali al momento e per l'immediato futuro. Ho invece intenzione di lavorare ad un libro e cominciare a studiare e scrivere sceneggiature.

Mi piacerebbe anche riattivare la mia carriera come attore, ed assolutamente voglio passare più tempo a casa E' un po' preoccupante, perchè non ho mai avuto un anno ''vuoto'', da che io ricordi e la prospettiva di essere ''disoccupato'' è abbastanza strana !!! E' da quando ho lasciato il posto come guardia forestale che non mi trovo in una posizione così eccitante e nel contempo temibile della mia vita. Katie è stata di un aiuto pazzesco, come pure la mia famiglia.

Frank, Yatta, la band e la crew, assieme ad una grossa rete di amici fedeli mi hanno dato una mano a tirare avanti in questi ultimi mesi e mi hanno aiutato a concentrarmi sulle cose importanti.

Grazie a loro e a voi, che mi avete sostenuto nell'ultimo album e nell'ultimo tour e mi avete fatto sorridere quando era difficile persino ricordarsi come farlo.

Il mio morale è alto ed affronterò quello che succederà nel mio modo inimitabile

See you on stage sometime ;-)

lots of love Fish x



21 dicembre 2008

Varie ittiche e non

Slaìnte a tutti. La fine dell'anno si avvicina, e dopo il minitour in Italia è doveroso tracciare un bilancio, e se dal lato artistico non può che essere positivo, sul lato dei numeri siamo arrivati sull'orlo del baratro....e ci siamo precipitati dentro. La promoter che ci ha portato Fish per due anni consecutivi in Italia, cosa che non accadeva da Eoni, tutte e due le volte ci ha rimesso, ed è a dir poco utopistico sperare che ce li rimetta una terza volta. E anche per Fish, suonare davanti agli amici, come è successo a Lecco, o davanti a quattro gatti, come a Gioia del Colle, non rappresenta certo uno stimolo ad includere il nostro paese nel prossimo tour. Nelle cose ''positive'', annoveriamo senza dubbio una data a Roma da ricordare tra le migliori di sempre in Italia. Per l'anno prossimo, saranno ben scarse le possibilità di vedere Fish in tour: per tutta una serie di validi motivi ( personali e legati alla congiuntura economica), intraprendere un tour come quello di quest'anno sarebbe altamente rischioso, e Fish non sI può più permettere passi falsi. E' perciò altamente probabile che il 2009 sarà dedicato alla stesura di un libro ( pare sul Viet Nam....), e forse verrà prodotto un cd/dvd live. Vedremo.
Veniamo ad alcune notizie: Come molti avranno già visto dal sito, Fish si sposerà l'anno prossimo con Katie Webb , che alcuni avranno visto al banchetto del merchandising ai concerti. speriamo sia la volta buona e che Fish abbia davvero trovato la sua tredicesima stella...

Visto che siamo a Natale, consigli per gli acquisti: assolutamente, a scatola chiusa, l'ultimo album del gruppo di supporto di Fish a Gioia del Colle, gli Abash, dal titolo ''Madri Senza Terra'', per me la migliore cosa ascoltata quest'anno. Un misto di progressive, rock e taranta con una cantante che ha una voce da angelo. Questo il loro sito, per chi volesse approfondire : http://www.abash.it/ ( gli album precedenti sono invece molto più folk, attenzione, perciò)
Invece per noi "Polentoni", ma anche per gli amanti della buona musica e delle sonorità canore vicine alla perfezione assoluta, segnalo i Teka-P, gruppo di Milano ( in dialetto il nome vuol dire ''Hai capito'') che uniscono una musica con forti influenza funky, jazz e blues ad una vocalità molto particolare ed interessante ( hanno due cantanti) oltre che ad uno show live impressionante e anche molto teatrale. Il loro ultimo album ''pan e larsen'', vede tra gli ospiti anche Claudio Bisio. Sito : http://www.tekapi.it/index.php
Infine, il sottoscritto , assieme ad altri del fanclub, è stato "fulminato" sulla via di Damasco dai Gazpacho, gruppo prog norvegese che è impressionante dal vivo e che ha fatto già ben quattro lavori in studio, uno più bello dell'altro, per cui stiamo tentando di mettere insieme un ''fan club' italiano. Scenderanno in Italia l'anno prossimo per ben tre date :
01/04/09		ITA		Milano			Rolling Stone
02/04/09 ITA Roma Staziona Birra
03/04/09 ITA Reggio Emilia Fuori Orario

Per cui contiamo di radunare proseliti in quella occasione. Questa è la nostra pagina facebook:
http://www.facebook.com/s.php?q=gazpacho&init=q&sid=28237aba9c2c766836ba7d93ed58ce1b#/group.php?gid=31491358748
e il loro sito : http://www.gazpachoworld.com/media/reviews/

BUON NATALE E BUON ANNO A TUTTI

TAKE CARE, STAY ALIVE !!!

FABIO

19 dicembre 2008

Recensione 13th Star - Renato Fois

Dear Friends,

le emozioni derivanti dall’ascolto del nuovo lavoro di Fish mi spingono a tornare alle mie vecchie abitudini e scrivere (e postarvi) la mia personalissima recensione di 13th Star.

Già dal packaging e dall’artwork splendido di Mark Wilkinson si evince un’attenzione ai particolari che difficilmente abbiamo trovato nei precedenti lavori; l’accuratezza degli arrangiamenti e della produzione conferma quest’impressione. Provate ad ascoltare l’album in cuffia: il suono è molto strutturato, più chitarre si sovrappongono, si intersecano, sottolineano le melodie delle tastiere…

E’ impossibile non notare che l’intera band sembra in stato di grazia. Foss è superlativo, finalmente c’è un bel suono di pianoforte che mancava praticamente da A Gentleman’s Excuse Me (a proposito, a giudicare dalle immagini del DVD credo sia un piano a mezza coda…), insomma, per la prima volta (lo giuro!!!) ascoltando un nuovo lavoro del Pescione non ho sentito la mancanza di Mickey! Che dire poi di Frankie? Forse è più a suo agio con la musica ma stavolta è perfetto, mai una volta che il solo sembri stridere con le atmosfere del pezzo. Sfodera pure una composizione di grande caratura, niente a che vedere con il suo primo tentativo anni fa (ricordate Favourite Stranger?). Steve Vantsis… beh, mi mancano le parole… incredibile, un’autentica sorpresa…

Il disco si divide idealmente in 2 parti dalla struttura molto simile con l’aggressività musicale (lo smarrimento e la rabbia del protagonista delle liriche) che lentamente sfocia in sonorità più morbide (lo scoramento, la malinconia, ed infine la speranza ritrovata).

Mai come in quest’album la musica ha sposato i testi, sottolineando in ogni momento il sentimento che di volta in volta emerge dalle liriche. Stesso discorso per la compattezza: non è una semplice collezione di canzoni (così come lo sono stati tutti i dischi di Fish, eccezion fatta per Plague of Ghost e, quantomeno in parte, Sunsets On Empire e Fellini Days); l’ascolto in random è assolutamente sconsigliato, snatura il disco e gli fa perdere intensità (provate ad ascoltare in random Misplaced Childhood e vi farete un’idea di ciò che intendo…).

L’apertura è Circe Line, bella, potente, ma non troppo diversa da altre cose che il Pescione ci ha fatto già ascoltare in passato e comunque non fa presagire la grande caratura del lavoro.

Al contrario Square Go ha l’effetto deflagrante di una bomba: potente, intensa, durissima (ma progressive allo stesso tempo), è il primo gioiello del disco.

L’intro del pezzo introduce Miles De Besos, dolce e bellissima ballata, con un bellissimo ritornello, che si chiude con una punta di amarezza (did you know that you broke my heart and left a scar that never fades away… // lo sapevi che mi rompesti il cuore e lasciato una cicatrice che non sarebbe mai andata via…).

Zoe 25 liricamente è diversa dal resto del disco. Qui Fish assurge al ruolo di narratore esterno che pennella un quadro di “solitudine metropolitana” con protagonista questa ragazza londinese di nome Zoe (anche se musicalmente è completamente diversa mi riporta alla mente Chelsea Monday…) .

Arc Of the Curve chiude la prima ideale parte dell’album. Se in Miles De Besos era il piano di Foss a caratterizzare il brano, in questa ballata è invece la chitarra acustica 12 corde a farla da padrone (che bello riascoltarne il suono!!!!!). Credo che a suonarla sia il buon Steve Vantsis (a proposito, ma da dove vi siete tirati fuori che la maggior parte degli assoli sia sua? Secondo me i soli sono tutti di Frank e Steve si limita, come peraltro Chris Johnson, a rifinire i brani con la seconda chitarra e talvolta, come per l’appunto in Arc Of the Curve, con l’acustica). Nelle sue trasmissioni su Planet Rock Fish disse che questo era il pezzo centrale dell’album e liricamente lo è di certo: è il coronamento del sogno (I put a ring upon your finger, that smile upon your face…// ho infilato un anello al tuo dito, quel sorriso sul tuo viso…) ed il suo crollo (I could never contemplate that you would ever walk away… // non avrei mai potuto immaginare che te ne saresti andata via… ).

Quando il sogno si infrange la rabbia torna prepotentemente e con essa il senso di smarrimento già evidenziato in Circle Line (ecco perchè parlavo di 2 parti dalla struttra uguale…), ed eccoci così a Manchmal. I’m running round in circles, I find I’m running blind…(sto girando intorno, sto correndo alla cieca…) E’ il brano più duro dell’intera discografia di Fish ma allo stesso tempo, ed in questo ricorda Shadowplay, ha una ideale seconda parte che, pur rimanendo potente, è molto d’atmosfera, decisamente prog… La poetica di Fish emerge bellissima… It’s time to choose between the devil and the deep blue sea, manchmal… It’s time to choose between the open water and your dreams, time you faced reality, time you faced your fears, manchmal…(è il momento di scegliere tra il diavolo ed il mare profondo, talvolta… è il momento di scegliere tra il mare aperto e i tuoi sogni, il momento di affrontare la realtà, di affrontare le tue paure, talvolta…)

Openwater è un rock più classico, potente, con arrangiamenti molto curati (ma questa è una caratteristica comune a tutto il disco). Prova ENORME dei chitarristi, stavolta Fish ha proprio ragione, questa dal vivo sarà un bordello!!!

Segue Dark Star, forse il pezzo più bello e completo dell’album. E’ progressive? O forse semplice rock? Magari addirittura space rock!!! E’ il momento della rottura dei rapporti personali, delle collisioni (i want to crash into another world…). Musicalmente mi sembra vicino ai Porcupine Tree, specialmente nell’uso delle tastiere e della chitarra acustica, ma non essendo un grande conoscitore (e/o amante) della musica dei porcospini potrei tranquillamente sbagliarmi. Il ritornello è incredibilmente trainante e, così come per il finale del pezzo, la parte It ain’t easy…, è grandioso, maestoso, da brividi.

Ma i brividi non ci abbandonano più ormai. Where In the World è malinconica, forse addirittura triste, semplice e bellissima. Una chitarra vagamente floydiana cesella un testo struggente (… we kissed with open eyes, you took me by surprise, you hurt me so deep inside, how could you then decide that you’re going home…// ci baciavamo tenendo gli occhi aperti, mi hai colto di sorpresa, mi hai ferito profondamente, come hai potuto decidere che stavi andondo a casa…) (before I knew it, you had disappear without a word, you stole my dream… where do I go from here… // … prima che lo capissi, sei scomparsa senza una parola, mi hai rubato il sogno…dove vado da qui… ); questa canzone mi fa sentire ancora l’adolescente di 20 anni fa, emozionato e quasi imbarazzato, mi fa rizzare i peli tutte le volte che la sento. Forse è un pizzico troppo lunga, leggermente editata sarebbe stata migliore, ma vabbè, lamentarsi è proprio fuori luogo.

La chiusura del disco spetta alla title-track il cui primo accordo è Sugar Mice… la cosa è così palese che non può non essere stato fatto apposta… 13th Star è letteralmente da lacrime nella prima parte. Poi si perde un po’, ma rimane comunque bellissima (there’s a point in your life, you got to reach and when you do, you notice it, and now I’m here…// c’è un punto della tua vita, lo devi raggiungere e quando lo fai, lo avverti, ed io sono qui adesso…).

Fish mi ha veramente sorpreso. Ero convinto che come artista ormai avesse già dato il meglio, e che ormai potesse solo vivacchiare con qualche zampata di classe qua e la. Ed invece, dopo quasi 30 anni di carriera, mi sfodera questo disco che mi provoca emozioni fortissime. Mi ricorda il primo ascolto di Misplaced Childhood, o di Vigil. Che bello…
Gli arrangiamenti sono curatissimi e così pure la registrazione e la produzione, bisognerebbe fare i complimenti a Calum Malcolm, forse le cagate degli ultimi album erano da ascrivere a Elliott Ness (che d’altronde aveva mixato e prodotto quei dischi) e non a lui. E soprattutto un enorme grazie andrebbe fatto a Steve Vantsis che sorprendentemente si rivela un brillante compositore, all’altezza dei migliori che hanno affiancato Fish nella sua carriera (Steve Rothery/Mark Kelly, Mickey Simmonds, Steve Wilson). Ragazzi, e chi se lo aspettava…

Spero proprio di poter venire a vedere il concerto, mai come quest’anno mi piacerebbe esserci!
Ciao
R.

09 dicembre 2008

8 - Retrospettiva Fish, di Francesco Barraco - 13th STAR

Confesso di non aver goduto appieno della bellezza di quest'ultimo lavoro perche' le fanfare delle "sirene" scozzesi del forum ufficiale lo dipingevano come il migliore in assoluto della sua discografia, come il Brave dei Marillion. Non e' cosi' (nella mia classifica tallona comunque da vicino Vigil, Sunsets e Raingods) ma trattasi di un signor album, di un album granitico. Dell'album della RISCOSSA. 13th star testimonia (come ho sempre detto) che Fish non era nella parabola discendente dal punto di vista CREATIVO ma lo era dal punto di vista della
PROFESSIONALITA'. Probabilmente il vincente tour di Misplaced gli ha portato soldini freschi e il risultato si vede: album prodotto splendidamente come non si vedeva dai tempi di Raingods. Vantsis (bassista non all'altezza di un Giblin o un Paton) sara' una grande sorpresa in chiave compositiva (tra l'altro si dimostra anche un bravissimo chitarrista). La struttura concept non ha forse il fascino di Fellini (dove le voci del regista creavano un collante di grande pathos), ma ha il pregio di non offrire punti deboli (non ci sono cadute di tono importanti). Il ritorno di Patterson conferira' forma ed eleganza a tutto (soprattutto nella scelta dei registri) e appaiono anche due membri dei Mostly Autumn (purtroppo si attendeva la terza ma sappiamo tutti come e' andata...) che daranno un importante contributo (soprattuto il batterista Griffiths). Dal punto di vista dei contenuti, 13th star si mostra come un riuscito compendio degli stili che hanno caratterizzato l'avventura del pesce solista, aprendosi anche a inedite sonorita' industrial. Un album che e' figlio dell'illusione e della cocente delusione amorosa (a un passo dal matrimonio) tutto cio' si riflettera' sulle composizioni dove sembrano (a volte) convivere due anime...

Circle Line
Un buonissimo opener con uno scheletro elettronico che puo' richiamare nei suoni freddi e metallici una Intruder di Gabriel. Ipnotico nelle strofe (nella seconda i riff svelano giustamente il
quadro melodico) con ritornello di sano hard rock. Forse il bridge (un po' alla State of Mind) manca del colpo di genio, ma e' dettaglio. Buonissima invece la coda finale con prog (splendido l'inserimento filtrato "I need a navigator"). Tirando le somme rimane un pezzo d'apertura magari non all'altezza dei piu' grandi pezzi fishiani (puo' giocarsela con The Field e Mr1470 - con buone probabilità di spuntarla) ma da promuovere in pieno.
Voto 8--

Square Go
Pezzo cupo, claustrofobico. I testi necessitavano di un quadro bellico. Ma forse si va un po' troppo sul melodrammatico caricaturale: mi rifersico alla frase degli archi (tra l'altro struttura portante) che e' un po' cosi'... Il mood ipnotico creato nelle strofe invece non e' affato male, cosi' come il ritornello, di una rabbia "agonistica" da lasciare attoniti! Bellissima la coda sinfonica.
Voto 7

Miles de Besos
Esotica con buone rifiniture di Usher ma tutto sommato trascurabile. Devo dire che ha un inizio carino ma forse e' un po' lasciata morire sul finale. Ecco un'incompiuta.
Voto 6

Zoe 25
Ballad giocata su due accordi che si passano la palla ma davvero intriganti e con un sapore antico. Il ritornello solare riporta a qualcosa di Suits. A tre quarti la sorpresa: un cambio melodico
improvviso, molto bello. Un pezzo che ti prende pian piano.
Voto 7

Arc of the Curve
Qualcuno ne ha parlato come il capolavoro dell'album. Non e' cosi' ma e' un buon brano, decisamente solare, molto anni 70. Forse c'e' fin troppa melodia nel ritornello, non banale ma assai dolce davvero ai confini del dolciastro. Questo e' frutto secondo me dei momenti belli con la sua ex compagna (e quasi sposa) Heather. Uhm... avverto due anime...
Voto 7

Manchmal
Ecco il primo vero acuto dell'album! Ossessiva con buone strategie nell'arrangiamento e nel cantato. Con metallo che tende all'"industrial". Ma il finale raga' e' da LACRIME!!! Con note al basso (da allineamento energetico come mi piace chiamarle) che richiamano momenti marillici.
Voto 8

Openwater
Pezzo hard blues scoppiettante! Chitarre da pub scozzese, modulazioni vincenti, ritornello "catchy" con clavinet e moog (!) giustamente ironici.
Voto 7

Dark Star
Capolavoro dell'album!!! Atmosfera da esorcismo o da requiem nelle strofe (geniale la trovata della voce che rimbalza) e ritornello di una violenza inaudita! Emoziona il crescendo delle tastiere nel finale con basso galoppante alla Squire.
Voto 8,5

Where in the World
Malinconica e sofferta ballad (leggermente Floyd) con organetto che dipinge sfumature drammatiche. Il cambio col piano che appare e' bellissimo e lascia presagire mirabilie alla Out of This
World e invece implode un po'... peccato. Comunque pezzo di gran classe.
Voto 7+

13th Star
Pezzo finale alla "Made Again" con punte di plagio a Sugar Mice (nell'arpeggio iniziale) evocativo davvero! Ottimo il piano sussurrato di Patterson (come fiochi bagliori). Il brano si impenna a meta' con una frase ribattura su due accordi vagamente Mostly Autumn. Ottimo il mandolino a suggerire atmosfere quasi Oldfield. Finale che chiude il cerchio in maniera perfetta.
Voto 7

Ho finito cari amici.... Credo che con un po' di buonsenso si puo' al massimo spostare i voti di mezzo punto ma nel caso di Fish e in rispetto al BUON GUSTO la "forbice" di intervento vostro credo sia molto ristretta ;-)

07 dicembre 2008

7 - Retrospettiva Fish, di Francesco Barraco - FIELD OF CROWS

Saro' lungo...
Intanto partiamo dalle intenzioni del pescione: fare un album leggermente meno impegnato e piu' solare dei precedenti con una inedita e logica (visto la collaborazione con la SAS) presenza dei fiati. Un lavoro piu' diretto con una tendenza (al solito) al rock sanguigno con venature prog-folk. Sulla produzione e gli arrangiamenti diremo passo passo. Ci sono ben 11 pezzi. Dura piu' di Brave (!). Difficile tenere su grandi livelli tutto l'album, ma forse in questo lavoro non andava tagliato nulla. Trattasi di un concept che sembra perlomeno equilibrato. A Bruce Watson(soprattutto) e' affidato il compito di affiancare Fish nel processo creativo. Alle tastiere si alterneranno (con... alterne fortune) Turrell e Duguid. Riappaiono Usher e quel (preparato) batterista dal nome impronunciabile dell'album di esordio. Entrambi (come tutti), verranno risucchiati nel marasma generale di una produzione a dir poco approssimativa (parecchi brani sono poco piu' di DEMO). Quando la fretta e' cattiva consigliera...

The Field
La intro preparatoria (quasi da accordatura) con chitarra strozzata e' una buona idea. E' una poetica e fishiana apertura. Un opener che galleggia bene in virtu' di una modulazione riuscitissima negli arpeggi di Watson (forse con un'effettistica un po' piatta) e in seguito nel lavoro di cesello della tastiera. La "bagpipe guitar" ci sta benone. A tre quarti l'impennata con un tema folk con corni francesi (tenuti un po' bassi e forse "sporcati" dalla compresenza di troppi strumenti). Tema notevolissimo comunque che poteva essere ripreso in una mega suittona finale. Signori, questo e' Fish!!! Qui c'e' il Fish di sempre: poetico, favolistico, evocativo. Il finale affidato ai cori e alle trombe e' davvero convincente. Ecco il sano orgoglio scozzese di Internal Exile! Non all'altezza delle Shadowplay, delle Perception o delle Vigil ma un ottimo opener.
Voto 7,5

Moving Targets
Questo e' un brano che dal vivo ci guadagna non poco perche' si fa un po' piu' dark. Con quel groove e quella chitarra punk e' un po' la figlia minore (molto minore) di Slainthe Math. Le frasi liquide di Turrell (si e' capito dal vivo) dovrebbero simulare un flauto andino. In verita' continuo a credere che vogliano dare l'idea di un "bersaglio in movimento". Nelle  strofe il cantato di Fish e' al solito assai intrigante ed e' ben sottolineato dalle schitarrate "squarcianti"- ipnotico e sensuale. Il ritornello e' all'unisono ed e' un po' scontatino (ma tutto sommato dignitoso). E forse la doppia voce viene tenuta troppo "indietro" (serviva una voce femminile). Il bridge: bellissimo, nulla da dire. L'assolo strumentale: penosino (Fish dal vivo non sa come mimarlo questo assolino e questa la dice tutta...). L'incastro tra simil moog e chitarre produce qualcosa che non e' ne carne ne pesce. Non e' un balletto folk, sembra quasi un solo giullaresco ma non lo e'... ecco che questo "solo" fa perdere un po' di coerenza e credibilita' narrativa. Tirando le somme un pezzo dignitosino che si poteva di gran lunga migliorare con questi semplici accorgimenti.
Voto 7- -

The Rookie
Pezzo rock acidino con un grosso errore del produttore: abbassare le chitarre di volume. Provate infatti a spararvi il pezzo a tutto volume in cuffia e poi mi dite. E' un rock trattato in maniera leggera col "sorrisino di sbieco" (vagamente Crimson), con quella ritmica da danza pellerossa che un basso piu' "attento e umorale" poteva valorizzare ancor piu'. Mi sembra ottima l'entrata con le dissonanze iniziali, mentre credo che la frase dell'hammond sia un po' troppo perpetrata. Si poteva trovare qualcosa di meglio. I riff di chitarra disegnano quasi un loop e la batteria pesta, lasciando qualche frase in sottofondo che tende a dare dinamica "circolare" (dal vivo si nota di piu') un pizzico funky. Il ritornello e' davvero massiccio, cosi' come il bridge (accordi sempre di buon gusto) dopo la follia rumoristica, paranoica del break strumentale, tra gorgheggi del pesce e vaghi, acidi sapori arabeggianti. Si poteva tagliare almeno 30 secondi.
Voto 6+

Zoo Class
Uno dei pezzi piu' vecchi in fatto di stesura. E si vede, ottimo arrangiamento. Riemergono i fiati. Fish teatrale, con il taglio umoristico giusto. Ovviamente una canzonetta, ma come Fish in pochi riescono a confezionarle.
Voto 6

The Lost Plot
Ho gia' detto. Sequenze di accordi tra le piu' prevedibili e ruffiane eppure intrigantine. L'abc del prog se vogliamo (come She Chamaleon). Un fuori sincro clamoroso, effettini stellari CHE LEGAVANO ALLA GRANDE SOLO NEI SOUND CLIPS (!) (che forse come detto stavano a simulare vento magico e fiabesco che offusca), frase pianistica un po' troppo semplicistica e
prolissina. Tarantellata alla maniera di un Nolan pendragonesco. Usher ci regala un assolo dignitosino nel finale ma e' semicoperto. Per il resto i lavori di rifinitura sono un po' cosi' (forse troppo in evidenza e con un'effettistica piatta). Eppure, cari amici, quando Fish comincia a cantare "The plot was lost or so I found..." i brividi salgono. E' il Fish dei Marillion! E il finale "snakes and ladders!!!!" qualcosa ti lascia, cazzarolina. Ma si deve ammettere che e' senza dubbio "la maglia nera" in fatto di arrangiamenti di tutta la discografia fishiana. Combattuto
tra il dovere del cronista e la sensibilita' ai cantati del pesce e al prog immaginifico opto per la sufficienza piena.
Voto 6+

Old Crow
Canzonetta fumettistica schippabile. Il loop ritmico e' indovinato cosi' come gli intrecci delle chitarre. L'assolo di Usher mi sembra quello che doveva essere (non capiso il lohner...): cioe'
goliardico, ubriacante, sgangherato il giusto. Provate a visualizzare il ritornello: cosa vi suggerisce se non la birichinata che viene ripresa e idealmente sculacciata? Codifica presente, qualita' ovviamente trascurabile.
Voto 5,5

Numbers
Strategia, amici, strategia! Rock sanguigno di quelli giusti con un cantato (nelle strofe) giocato su sfumature che Fish e pochi altri possono pensare. Arrangiamento al top. Un brano che i Marillion non potranno mai concepire neanche tra 100 anni! Il perche' potete immaginarlo (Mosley!). Finalmente le tastiere graffianti e cattive con un effetto mellotron finale dove evapora il
tiratissimo finale. Grande pezzo (con un bridge clamoroso!) che testimonia che con un po' piu' di tempo a disposizione anche la "band di cani" del pesce sa suonare ed arrangiare.
Voto 7+

Exit Wound
Ballad blues (con qualche puntellatura psichedelica) che ho rivalutato nel tempo. Non siamo ai livelli delle migliori ballad fishiane pero' si vede che e' il terriotrio congeniale alla band. Ascoltate il cantato di Fish come e' distaccato il giusto (la codifica e' tutta nel cantato). I violini campionati nel finale non sono il massimo ma le trombe (ottima intuizione come su Dancing in Fog) coprono e danno eleganza al tutto. Molto bello l'ultimo inserimento del sax. La magia di Fish, in questo brano, e' quella di trasfigurare portando il tutto su un piano favolistico. Preso da solo non mi entusiasma ma in un concept ci sta.
Voto 6-

Innocent Party
A volte il buon Zava coglie nel segno con poche battute senza menarsela troppo come il sottoscritto. Disse piu' o meno: "il rock che incendia le praterie della nostra mente". Ecco i confini tra rock e prog nell'ottica odierna del pescione! Un inizio tra Pipeline e Faith Healer con un filo di elettronica. Le chitarre forse sono tenute un po' basse (ma credo che si volessero amagalmare con i fiati synth di Turrell). Fish e' torrenziale e vomita parole su parole; in pratica, fa la differenza. Quel cambio con "You were flying too high..." ti fa salire dritto in cielo! Il breve solo di Usher e' col sangue agli occhi e il finale (molto Genesis) e' un meraviglioso girotondo che fosse stato affidato al moog vedrebbe tutti pogarci alla maniera di una MSH. A proposito, il cambio finale con batteria che raddoppia il tempo ci fa pensare che codesto input sia dovuto ad un idea di Marc. Unico neo il basso di Steve fin troppo inchiodato sulla nota e... una produzione poco attenta. Anche qui bastava poco... cazzo!
Voto 7,5

Shot the Craw
Intermezzo favolistico che deve essere preso nel contesto e non sganciato (pessima l'idea di metterlo nel "Best of"). Ritmica asimmetrica e stratificazione pur in un contersto di estremo
minimalismo. Quando c'e' Fish basta uno spartito superminimale. Ehehh. In verita' le strofe presentano un lavoro certosino dei musicisti e intuizioni geniali nelle dolcissime modulazioni (degne dei Marillion). Il ritornello e' un canto di dolore che si libra verso il cielo con le chitarre che deragliano volutamente fino alla chiusura quasi trionfale del segmento affidata ai fiati. Il mini solo e' di grande, grande poesia! Tessuti iperarmonici che mi ricordano un po' le strategie banksiane. Unico neo la voce di Fish che nel ritornello si arrampica un po' troppo stonacchiando qua e la'. In cuffia ci guadagna molto il pezzo.
Voto 7

Scattering Crows
Peccato! Poteva essere e non e' stato. E tuttavia le emozioni arrivano dritte al cuore. Cose da correggere: i loop iniziali da tastierina Casio, i violini di plastica, le sequenze troppo squadrate delle chitarre finali, il tarantellato scolastico di Turrell, persino la batteria che secondo me banalizza un po' in chiave pop la parte iniziale. Un bel po' di roba direte voi, eppure... Fish sa dove andare a parare. Prendete le frasi di piano iniziali con quel cambio su "The breaking news..." che sbanalizza il tutto (il buon gusto amici!) e poi l'impennata finale con susseguente
coda (qui bravo Turrell a sfarfallare col piano) con uno dei cantati piu' marillici e piu ispirati degli ultimi tempi. Degno del gran finale di The Last Straw!
Voto 7+ (per le lacune in fase di arrangiamento ma poteva essere molto piu' alto)

6 - Retrospettiva Fish, di Francesco Barraco - FELLINI DAYS

So per certo che parecchi fan lo considerano tra i punti piu' bassi della carriera fishiana. Personalmente lo considero un buonissimo album. Un album che riesce ancora ad EMOZIONARMI, dove il totale supera la somma delle parti. Forse per quel gusto tripicamente da concept o forse perche' è un album introverso, dark e intimista come piacciono a me. Quindi, pur riconoscendo la superiorita' dei vari Vigil, Sunsets o Raingods (e probabilmente anche 13th star), non mi sento affatto di declassarlo come fanalino di coda (purtroppo il peggio verra' subito dopo).
Dal punto di vista degli stili c'è una sterzata ancor piu' decisa verso atmosfere blues e soul ma, dietro l'angolo c'e' sempre la rielaborazione secondo ottiche di rock teatro. Il processo compositivo viene affidato al menestrello Wesley la cui chitarra sporca sara' (nel bene e nel male) il filo conduttore dell'album. Dal punto di vista della produzione invece qualcosa comincia a vacillare. Elliot Ness (forse nel tentativo di rendere il tutto un po' rarefatto) azzerera' le dinamiche e il prodotto finale sara' penalizzato. Per parlarci chiaro: se si e' cercato di fare una produzione chic ovattata alla Lanois si è fallito di brutto. Ottima pero' l'idea di utilizzare le frasi del regista come collante.

3d
"Ciak, motore!"! Dopo il "listen to me" di Vigil è in assoluto la intro che mi fa letteralmente "sciogliere". Come direbbe il Dave: "mi riduco uno straccio". Opener ispiratissimo con una vena "rogerwateristica". Nella parte centrale forse si poteva fare di piu' e gli archi pizzicati synth del tastierista (il mestierante John Young) non sono il massimo ma, la chitarra "trattata" di Wesley e gli overdubs (bellissmi i gorgheggi arabeggianti) si srotolano magicamente con la pellicola regalando all'ascoltatore emozioni senza tempo. E il finale con la reprise è roba d'alta classe.
Voto 8

So Fellini
Pezzo dark, avvolgente e sensuale come un tango notturno. Chiunque si sarebbe trovato in difficolta' con un simile ritornello "SOOO FELLINI!" ma poiche' i musicisti di Fish hanno gusto da
vendere ecco il basso di Vantsis che plana su note dark! Un'altra montagna scalata!! Grande Fish... e grande... il pubblico di Amsterdam!
Voto 7

Tiki 4
La quiete dopo la tempesta. Pezzo pastorale con un riff di chitarra "trattata" che per verita' alla lunga rompe un po'... non è un pezzo che di sicuro entrera' nella storia della musica, ma Fish ha un modo UNICO di porgere le storie. La coda finale arabeggiante è parecchio suggestiva.
Voto 6-

Our Smile
Sara' pure leggerina ma è una ballad che ha contrasti armonici particolari, agro-dolci. Il loop percussivo "circolare" plastifica un po' il tutto e finisce per dare un taglio troppo canzonettistico. Ottime le vocine "impertinenti" della corista. La versione al piano (bellissima) rende giustizia a codeste armonie e dimostra che ci avevo visto bene.
Voto 6

Long Cold Day
Massicio pezzo hard rock blues. Rock da serie A!! (parole dello Zava). Musicalmente puo' anche suonare estremamente deja vu ma il cantato e' pallutissimo! E quel "still thinking" diventa miccia esplosiva per l'assolo vibrante di Wesley. Qui ci voleva TINA TURNER!!
Voto 7

Dancing in Fog
Fog, fog and... fog. Amo da impazzire questo brano dalle atmosfere rarefatte e nebbiose. Le armonie sono SPLENDIDE!! Il solo di Wesley è particolare e si staglia nelle nostre menti come un
flashback! Ottime le trombe nel finale. Pezzo stranamente sottovalutato.
Voto 7

Obligatory Ballad
Niente di importante... capisco il taglio da menestrello ma alcune frasi sono troppo vuote e lasciano la voce di Fish al macello... In alcuni frangenti invece la chitarra si fa calda, avvolgente (con armonici in evidenza) e veramente soul. Da rimarcare un piccolo bridge strumentale che riporta a "Dolce Maria" della PFM.
Voto 6--

The Pilgrim's Address
Brano intimistico dal taglio decisamente cantautorale. Forse ripetitiva e con prospettiva limitata ma nella sua semplicita' va' dritta al cuore!
Voto 7-

Clock Moves Sideways
Il capolavoro! Intensa, vibrante, apocalittica! Il bridge è un vulcano in odor di esplosione cosi' come il ritornello straripa in un furore elettrico da lasciare attoniti. E poi vi raccomando la coda!! CATARTICA AGONIA scandita dai rintocchi di campane a morte... e il fruscio della pellicola che resta nudo protagonista del nostro sogno... "these are fellini days"... IMMENSO!!
Voto 8,5

5 - Retrospettiva Fish, di Francesco Barraco - RAINGODS WITH ZIPPOS

Personalmente pensavo ad un album in sordina dopo Sunset ed invece... ecco un altro GRANDE lavoro! Forse meno omogeneo del precedente ma indiscutibilmente GRANDE. Un album che è un continuo crescendo sino alla MERAVIGLIOSA suite che rimarra' il manifesto "ittico" di fine millennio. Per quanto riguarda la squadra compositiva si alternano diversi musicisti (anche quel Turrell che fara' in seguito molto discutere per il suo "classicismo a buon mercato" con tarantelle a tempesta). Fa la sua comparsa Bruce Watson e riappare Simmonds mentre Wilson si defila sulla carta ma in alcuni episodi la sua presenza si avverte... eccome!

Tumbledown
Non da cestinare ma di sicuro l'opener meno riuscito sino ai giorni nostri. Meno riuscito anche perche' meno impegnato. Tuttavia l'intro di piano di Simmonds è notevole cosi' come la ritmica saltellante e le frasi vagamente celtiche. Frana un po' il bridge che sembra uscire da alcune cose collinsiane ultimo periodo. Anche la chitarra wah wah con relativo coro sembra un po' forzata.
Voto 7-

Mission statement
Rock 'n roll inutile e senza neppure una codifica che lo giustifichi. Da salvare solo l'arrangiamento. Ehm... non nascondo che a questo punto cominciavo a preoccuparmi delle sorti dell'album.
Voto 5

Incomplete
Grande duetto! Forse Fish pensando alle canzonette collinsiane premiate dalle top ten avra' ripetuto fra se' e se': "il suo è culo, la mia è classe..caro il mio coglionazzo!". Effettivamente non c'è confronto fra la cifra artistica dei due... Di questo brano mi piace anche l'interpretazione di Fish da uomo disilluso seduto in un piano bar alla centesima sigaretta (un "I dream of you" quasi alla Paolo Conte).
Voto 7

Tilted cross
Mi genufletto dinanzi a questa miniatura di grande sensibilita' agreste! Mi devo ripetere ma questa è poesia, grande poesia!
Voto 7;5

Faith Healer
Maronna mia!!!! Che cover!!! Immagino il pescione che poggia le sue mani sante sulle nostre testoline in un clima di esaltazione da fede posticcia... chitarre sanguinanti e violino spiritato! Se non ci apriva i concerti sarebbe stato da ricoverare.
Voto 7,5

Rites of Passage
Un brano di grande sacralita'. La coda new age e' splendida, i violini sono toccanti (Raingods ha gli archi migliori di tutta la discografia fishiana) e il testo amaro lascia presagire la separazione.
Voto 7

Plague of Ghosts
E' quasi superfluo rimarcare come codesta suite faccia pendere la bilancia in modo determinante nel giudicare l'album. Siamo di fronte ad una suittona clamorosa!! Un SUPER brano che gioca di nostalgia il giusto aprendosi con successo (e rara ispirazione!) a sonorita', ritmi e stili assolutamente moderni. Si va dalla grande intro con tastiere liquide dove Fish mostra un'inedita sensibilita' (quasi femminile, alla Bjork) a riferimenti gabrielliani da US, alla psico-ambient "acquatica", al dark floydiano con schitarrate a "salire" (WILSON!) con ritmi jungle, alla purezza e al romaticismo classico di Raingods Dancing, per approdare (dopo un percorso narrativo ed emozionale strabiliante) al rassicurante esotico finale di Wake-up Call con chitarre slide wilsoniane. Cosa dire? CAPOLAVORO ASSOLUTO!! Vogliamo trovarci un difetto? Ecco pronto: il ritornello di Raingods Dancing ("raingods with zippos...") che risulta un po' deficitario in fatto di assonanza. Ma sono davvero briciole anche per un criticatutto come il sottocritto.
Voto 9.5

06 dicembre 2008

4 - Retrospettiva Fish, di Francesco Barraco - SUNSETS ON EMPIRE

GRANDE album! La collaborazione con "prog-prince" Steve Wilson risultera' decisamente vincente. Album cupo, clautrofobico, con una propensione ancor piu' spiccata al metallo. Con
la perla "Do not walk outside this area" raggiunge di sicuro anche l'album d'esordio. Trattasi infatti di brano (comparso solo nell'album giapponese) che (come vedremo) fa la differenza. Alla batteria subentrera' un ragazzo in gambissima poco piu' che ventenne (Dave Stewart ). Il suo "groove" plasmera' alla grande le composizioni, soprattuto quelle piu' hard. Tra le note negative la voce di Fish che qui cede clamorosamente.

The Perception of Johnny Punter
I Led Zeppelin che incontrano il rogerwaterismo. Metallo tosto ma in un'ottica progressiva. GRANDISSIMO OPENER! Qualcuno la trova ripetitiva. Mah... il prog e' anche attesa spasmodica per la modulazione vincente, e quando arriva ti cambia la vita e sali dritto in cielo! A livello armonico poi registro un "fotogramma di luce" che pochi oltre a Wilson avrebbero potuto immaginare: quella frase di archi che rende "DA ORGASMO" il "we are..". Al GENIO basta un attimo per lasciare il segno
Voto 9

Goldfish and Clowns
Buonissima rock ballad con un piano intelligente che va a scandire le strofe. Il ritornello è di quelli all'unisono e non mi fanno impazzire. Buono l'assolo "variegato" di Boult.
Voto 7

Change of Hearth
Quando non c'e' grande sostanza bisogna aggrapparsi alla forma e le chitarre slide eniane-wilsoniane danno un tocco di eleganza al tutto. Comunque brano discreto, nulla di piu'.
Voto 6

What Colour is God?
Loop luciferino, organo sepolcrale, chitarre dissonanti. Una veria goduria! La frase:"I was thinking" è di un dark da impazzire e la frase iniziale di Usher è biscia velenosa sputata dagli inferi! Questa e' dance for the head!!! Puo' far storcere il naso il break rap ma è davvero dettaglio e comunque ci sta proprio benone.
Voto 7,5

Tara
Dolce ninna nanna dedicata alla bimba. Patterson ricama benone e gli archi sono davvero eleganti. Peccato che la voce di Fish sia ai minimi storici.
Voto 6+

Jungle Ride
Una scarica selvaggia di adrenalina pura!! Un brulicare ossessivo di percussioni e profumi arabeggianti e balcanici! Nel primo minuto l'ascoltatore è spiazzato dai cambi continui (ben 3 volte!!!). Il ritornello puo' sembrare banalotto ma l'inserimento della voce femminile "sbanalizza" il tutto e l'accordo finale allontana il pericolo del naufragio melodico. Wilson dimostra
di essere grande anche nelle ritmiche e quella percussione "in levare" nelle strofe risultera' determinante. Grande Boult con la 12 corde!
Voto 7,5

Worm in a Bottle
Chi capisce questo brano capira' tutto del pesce. Perche? Perche' e' un pezzo genialoide, ironico, strampalato, con una sana follia autodistruttiva! E il ritornello vagamente beat "happy
birthday"? Semplicemente delizioso!!!
Voto 7

Brother 52
Singolo dance con botta risposta piano-hammond. Il ritornello hard plana su territori di buon gusto (difficile trovare nelle produzioni ittiche accordi davvero banali). Forse il refrain necessitava di una seconda voce femminile. Dignitoso.
Voto 6

Sunset on Empire
Grandissimo, intimistico pezzo decisamente pinkfloydiano. Sarà magari un po' deja vu ma i brividi sulla mia schiena non tradiscono mai... e il" tragico" offerto dal magico grappolo di note al piano sul finale è veramente da brividi.
Voto 8

Say it with Flowers
Una cover dei No Man. Praticamente un mormorio che ti lascia con un "brivido strano" (parole del Candrini) senza infamia e senza lode.
Voto 6-

Do not Walk Outside this Area
Capolavoro di quella mente geniale e perversa di Wilson sara' purtroppo roba per pochi eletti. Se Wilson, come sembra, ha litigato con Fish per l'esclusione di codesto brano... ha fatto benone! Il loop ritmico, da solo, vale il prezzo del biglietto! Un capolavoro di sperimentazione, non un grammo di deja vu, ed un finale (I will create another star!!) che non sfigurerebbe neppure dinanzi ai grandi finali marillici. E non aggiungo altro.
Voto 9

P.S.: cerco di essere il piu' obiettivo possibile. Ho anche abbassato qualche voto ma di piu' non posso essendoci grande gusto...

05 dicembre 2008

Fish 2008 - The 13th Star

Interrompiamo brevemenete la retrospettiva del Barraco per pubblicare l'ulitma email di Fish, giunta ieri.

Eccola qua

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Cari Fishhead, Freak, fan e The Company

Alle 9.30 del mattino del 18 novembre, nella lounge al piano superiore di un autobus Trathens Starriders numero 1 vuoto, parcheggiato fuori dalla Bolton Albert Halls in un giorno libero, ho chiesto alla mia ragazza, Katie Webb, di sposarmi. Sono felice di annunciarvi che ha accettato e che adesso siamo ufficialmete fidanzati e viviamo insieme in un caldo studio nel gelo dell'East Lothian. :-)

Usciamo insieme da circa un anno e come la maggior parte di voi gia' sa, e' stata con me nelle ultime due parti del tour di 13 Star, al merchanding.
Sapevo che se potevamo vivere insieme sul tour bus e gestirci la vita di strada come coppia, allora potevamo fare qualsiasi cosa.
Mai un giorno e' passato senza sorrisi e risate e chiunque riesca a calmare "l'orso" e' la ragazza giusta per me. ;-)

Sembrava giusto che le facessi la proposta nel "Dusters Lounge", sul bus dove ho vissuto per miglia e mesi nel corso degli anni, dove Katie ed io abbiamo speso la nostra prima notte insieme, e che sta per andare in pensione dopo troppe missioni in servizio attivo.

(Katie ed io speriamo di poter avere i divani della lounge per la nostra casa quando il bus fara' l'ultimo parcheggio! :-D )

Molti di voi l'hanno conosciuta in tour e da Bolton il nostro fidanzamento non e' stato proprio un segreto. Specialmente quando sul palco di Glasgow l'ho annunciato in sordina prima di "Cliche"! Molti se lo sono persi e altri pensavano di aver problemi d'udito ma col passare delle date ci restava difficile non dire niente e alcuni fan al merchandising hanno notato l'anello luccicante al dito di Katie! :-)

Quelli di voi che l'hanno incontrata sanno che si tratta di una donna in gamba, dolce e divertente che ha sempre un sorriso e alle nostre famiglie e i nostri amici non e' sfuggito quanto siamo felici insieme.

E' ironico che questo album e tour nacquero dalle ceneri dell'estate scorsa come la "Ricerca della 13ma Stella" e non potrei essere piu' felice di annunciare una conclusione di successo in tutti gli aspetti della missione. :-)

Ho trovato una persona meravigliosa che mi supporta e ama e che contribuisce molto alla mia vita.

Adesso che la polvere del tour si dirada stiamo mettendo su casa insieme, molto innamorati e crogiolandoci alla luce delle stelle.

Lots of love

Onkel Fish xx :-) :-) :-)

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C'e' da dire che lo ammiro per l'eterno ottimismo :)
Speriamo che questa sia la volta buona!

3 - Retrospettiva Fish, di Francesco Barraco - SUITS

Tralascio momentaneamente l'album di cover "Songs from the Mirror" e parlo di quest'album controverso che ha fatto storcere il naso a parecchi fan ma che, per chi scrive, nel formato doppio (con Black Canal e Out of My Life) ha non poche freccie al suo arco (anche se apparira' una canzonetta come No Dummy di gusto discutibile).
Cambia la regia musicale e la perdita di un grande come Simmonds si fara' sentire ma, cio' che non convince i piu' sanguigni sostenitori del pesce è una certa freddezza nella produzione con arrangiamenti quasi al limite del narcisismo. Suits e' anche l'album di Paton e Boult. Con l'abbandono di quest'ultimo soffriremo molto la mancanza della sua 12 corde e avremo a volte arpeggi piu' poveri (Obligatory Ballad, The Field). Che Fish sia stato folgorato da SftM si vede anche da alcune atmosfere sixties con uso massiccio di controcanti. In generale il nuovo produttore cerchera' di aggiornare il sound privilegiando le ritmiche e relegando le tastiere a lavori di cesello. Il tessuto sonoro risultera' inevitabilmente piu' asciuttino.

Mr 1470
Ottimo opener ma non all'altezza dei due capolavori precedenti. Rock-funky con ottimo groove del compianto Kevin Wilkinson. Chi l'ha vista dal vivo giura che la versione in studio è solo parente povera.
Voto 7,5

Lady Let it Lie
Classico brano del repertorio romantico fishiano. Gli arpeggi profumano di antico e il ritornello (che belle le voci dei fanciulli!) e' delicato e poetico. Forse Paton funkeggia un po' troppo e per una volta i testi stesi dal pesce non brillano per consonanza ("lifestyle" impasta male). Comunque buonissimo singolo.
Voto 7

Emperor Song
Poteva tranquillamente essere una sigla da cartoni giappponesi. Canzonetta consapevole e sarcastica. Sufficiente.
Voto 6-

Fortunes of War
Dopo TONGUES ecco un'altro brano sottovalutato. Qualcuno la defini' "da pausa sigaretta". Io invece la trovo ispiratissma e commovente. Certa musica "concreta" (scarpe di soldati sul selciato, monete che rotolano) mi riporta a certi episodi di The Final Cut.
Voto 7+

Somebody Special
Sara' pure un canzonetta ma gli arrangiamenti curatissimi la pongono come un vangelino per aspiranti arrangiatori. Chitarre spagnoleggianti, violini decadenti. Il ritornello è un po' fetente ma raga'... sotto, in fatto di suoni c'e' la... babilonia!!
Voto 6

No Dummy
L'idea (comunque particolare) sembra si ispiri a certa musica dei Cypress Hill (che non conosco) ma il brano risulta essere davvero scarsino e tra l'altro troppo lungo. Uno dei punti piu' bassi della produzione del pesce ma se la pagoniamo a una "Anything She Does" dei Genesis quasi quasi... risplende. Questo perche' il GUSTO non si compra al supermercato.
Voto 5-

Pipeline
Ottimo pezzo prog. L'attacco è maciullante, ideale per aprire i concerti. Peccato per qualche lavoro di cesello delle tastiere che fa perdere un po' di energia al tutto comunque massiccio!
Voto 7+

Jumpsuit City
Brano vagamente sixties con Fish superbo nell'arrampicarsi in atmosfere quasi da "siesta" messicana (con le armoniche in evidenza) bravissmo Kevin negli arrangiamenti percussivi. Peccato per le tastiere un po' troppo sintetiche che planano sul finale del bellissimo ritornello.
Voto 7

Bandwagon
Qui c'è l'aspetto goliardico di Fish che mi è sempre piaciuto. Intendiamoci: il brano (nonostante un flauto molto Jethro Tull che mena la danza) non è decisamente granche' e sforna un bridge vagamente collinsiano pero'... prendete il gracchiare (quasi da clacson di furgone scalcinato) che apre il brano o l'assolo liberatorio di Usher e vi sentirete sul tourbus dei Nostri insieme alla milionesima birra.
Voto 6--

Raw Meat
IL CAPOLAVORO DELL'ALBUM ancora oggi è nella mia top ten dei brani fishiani. Un rock con finale blues tiratissmo con un testo davvero strappalacrime (trovare la forza di andare avanti nonostante le ingiuste critiche ed un pubblico indifferente non deve essere affatto facile... anzi, visto la caratura della sua musica, davvero FRUSTRANTE).
Voto 9

Black Canal
Perche' Fish, perche'?! Un lungo, sperimentale brano ipnotico con atmosfere da ambient "da sottosuolo" e sprazzi di armonie Dire Straits e Fish che recita da attore consumato.
Voto 7

Out of My Life
Brano da pogo per pub scozzesi. Poiche' inserita in una compilation (Outpatient) non trova posto nell'album ma meritava.
Voto 6

2 - Retrospettiva Fish, di Francesco Barraco - INTERNAL EXILE

Album (come lui stesso ha dichiarato) partorito col "panico da foglio bianco" ed in effetti il risultato è un gradino sotto l'album di esordio.
Intendiamoci: trattasi di album di buonissima fattura ma qualche episodio risulta un po' monotematico (Just Good Friends), qualcuno un po' troppo "ermetico" (Favourite Strangers) e qualcun altro incomprensibile (Something in the Air). Riesce comunque il tentativo di inserire anche elementi della West Coast.

Shadowplay
Open track che bissa quasi la grandezza di Vigil. Rock teatro con venature hard. Nonostante si punti ad un urgenza piu' rock (non ci sono piu' gli assoli chilometrici) questo è prog che piu' prog non si puo'!! PROG DI SERIE A
Voto 9-

Credo
Forse il miglior singolo di sempre. Riecco il Fish "proletario" che vomita parole su parole con una rabbia e un senso della "tempistica" che è solo dei GRANDI! Il ritmo che ipnotizza l'ascoltatore e il ritornello "catchy" non sono tuttavia ricompensati dalla struttura armonica del frammento: "...don't mean nothing..."; li' forse poteva fare di piu' ma è il classico pelo
nell'uovo.
Voto 7+

Just Good Friends
Ballad West Coast di buona fattura, tuttavia un po' monocorde. Si sente la mancanza di una voce femminile (la versione con Sam Brown è infatti superiore).
Voto 7-

Favourite Strangers
Molti la trovano noiosa ma il sottoscritto si esalta quando trova musica intelligente e MAI SENTITA. Oggi si sente troppo deja vu'. E' un brano giocato sulle dissonanze del fretless e della chitarra di Usher che creano una "strana ragnatela sonora". Non certamente un capolavoro ma un brano comunque da apprezzare.
Voto 6+

Lucky
Canzonetta "fumettistica" di gran gusto! Forse poteva essere velocizzata (Fish provvedera' su Yin e Yang) ma il gusto "cartoon" del pesce mi piace parecchio e "codifica" brani che altrimenti sarebbero banali! E quel fischiettio che ti materializza davanti agli occhi il supporter alla Andy Capp con bandierina e fagottino al seguito... beh... intelligenza pura!
Voto 6+

Dear Friend
Quando la semplicita' basta e avanza...poesia, signori, delicata poesia!
Voto 7

Tongues
L'idea, amici, l'idea!!! Brano stranamente sottovalutato ma, per chi scrive, immenso! La chitarra "lamentosa" di Usher, il piano percussivo, i violini e le traiettorie che non ti aspetti, l'ululato del pesce, sofferenza e tormento distillato. Non scherziamo raga', questo è un grande pezzo!
Voto 8

Internal Exile
Semplicemente la piu' grande party-song del pesce!!! E la tarantella finale e' da pogo clamoroso!! Piu' di una Market Square Heroes!!!
Voto 7+

Something in the Air
Brano politicizzato scritto da altri. Probabilmente un "pizzo"... altrimenti non si spiega l'inserimento di questa canzonetta dance-oriented un po' banalotta. Assai meglio Poet's Moon.
Voto 4,5

04 dicembre 2008

1 - Retrospettiva Fish, di Francesco Barraco - VIGIL IN A WILDERNESS OF MIRRORS

Forse a tutt'oggi il migliore (o comunque a ridosso di Sunsets con Do Not Walk Outside This Area). E' pur vero che ci sono brani da sound tipicamente fine anni 80 che magari non hanno retto al passare del tempo ma, un album di codesta ispirazione... beh... non so se lo vedremo piu'.
L'acquisto piu' importante per la squadra compositiva è senza dubbio quello di Mickey Simmonds (Oldfield) per un album che spazia felicemente dal programma teatrale filo marillico al folk, all'hard rock blues, al rock funky gabrielliano. (CAS aveva gia' fatto intuire che Fish non disdegnava di planare su territori soul e blues).
Album superbamente arrangiato e ben prodotto con la copertina migliore di sempre disegnata dal solito Mark Wilkinson.

Ecco i brani:

Vigil in a Wilderness of Mirrors
Forse il piu' grande pezzo prog scritto nella sua carriera. Rock teatro di altissimo livello con riuscito assolo di cornamuse scozzesi. Lo prendo spesso ad esempio per descrivere la musica di una volta quando c'era piu' complessita', piu' stratificazione, piu' frasi, piu' MUSICA (fateci caso: anche il ritornello ha... 2 ritornelli!) e il finale... I LISTEN TO THE CROWD... beh... capolavoro assoluto! Vale da solo il prezzo dell'album.
Voto 9

Big Wedge
Rock funky alla Gabriel. Il singolo apripista ma niente di veramente interessante dal punto di vista musicale. I testi di denuncia esigevano queste atmosfere hollywoodiane e quindi i fiati trionfali vanno perdonati. Dal vivo ovviamente spacca.
Voto 5,5

State of Mind
Brano mistico con buoni arrangiamenti del chitarrista dei Dire Straits Hal Lindes e ottimo fretless bass, corredato tra l'altro da uno dei video migliori di Fish.
Voto 7

The Company
La bibbia!!! Secondo capolavoro dell'album.
Voto 9 

A Gentleman's Excuse Me
Toccante ballad con arrangiamento orchestrale. Il ritornello e' di grande poesia (I'm tired of dancing...). Da rimarcare come Fish stia in precario equilibrio su strutture assai fluide tutto sommato inedite. L'interpretazione infatti, a mio avviso, non e' delle migliori. Comunque brano notevole.
Voto 7+

The Voyeur (I Like to Watch)
Questo è il vero singolo signori! Oggi non sarebbe piu' concepibile. Espressione di un tempo che fu come il singolo Sensual World di K. Bush. Simmonds negli incastri ritmici di natura elettronica dimostra di avere pochi rivali (il bridge e' clamoroso!), ogni passaggio ti soprende! E pensare che su LP non apparve (!). Altri tempi.
Voto 7

Family Business
Il terzo capolavoro dell'album! Simmonds rispolvera i metodi minimali che furono di Kelly e Banks. Brano che anche nell'impennata del ritornello conserva una grazia inarrivabile e Fish è un titano!
Voto 8

View From the Hill
Ottima rock ballad (con testo bruciante che spiega tante cose) con la presenza dell'ex chitarrista degli Iron Maiden Gers (che per la verita' non lascia il segno piu' di tanto nell'assolo). Riappaiono le mitiche "bells" dei Marillion (per la verita' piu' dure) in un gioco di "botta-risposta" molto in voga negli anni 80 (ricordate Abacab o la stessa Assassing?) la parte centrale è caratterizzata dalle chitarre hard con Fish quasi al limite dell'inerzia (e della voce!) inizio e finale sono da URLO!!
Voto 8--

Cliche'
Ballad malinconica e paranoica forse un po' troppo sofisticata per chi arrivava dal Fish incazzato di CAS. Comunque deliziosa e di gran classe. Anche Usher si ritaglia uno spazio importante confezionando uno dei suoi migliori assoli.
Voto 8--

03 dicembre 2008

Retrospettiva Fish, di Francesco Barraco

Di prossima pubblicazione.

Finalmente, dopo una lunghissima attesa (della quale mi scuso profusamente con Francesco), stiamo per pubblicare questa interessantissima occhiata a tutti i lavori di Fish, con "pagella" - eccetto Songs from the Mirror (per il momento!).

Promosso o bocciato? :)

FISH - Glasgow Carling Academy - 22 Novembre 2008 - Highlights

Rispettoso della recensione di Jimmy, vorrei portare una chiosa ad essa con alcuni "highlights" ed alcune sensazioni riguardanti tutta la trasferta.

Cominciamo con i 10 giorni precedenti la partenza.
I messaggi e le telefonate cominciano ad essere sempre piu' frequenti. La tensione sale. L'aspettativa anche.

Personalmente, rieccheggiano le date svizzere ed italiane di ottobre e la "quasi" data greca. Peccato per quel traghetto perso ! Ma forse, come dice il Presidente, se la data di Bari fosse stata... non dico memorabile, ma quantomeno divertente, la trasferta ellenica avrebbe avuto luogo.

Ci ritroviamo al mattino in Cadorna.
Chissa' come mai, ma ogni volta che prendo una low-cost, qualsiasi sia l'orario di partenza mi tocca sempre alzarmi all'alba !! Mah... misteri.
E infatti alla fine ci ritroviamo a Malpensa con nulla da fare per diverso tempo, ma tant'e'.... l'adrenalina e la voglia di arrivare e' tanta.

The Eagle Has Landend.

Edinburgo ci accoglie con una giornata tipica: sole, poi nuvole, poi sole, poi nuvole. L'aria e' frizzante. Il transfer in bus (5 GBP andata e ritorno, costi decisamente inferiori a Londra) mi permette di riassaporare piano piano il ritorno in questa citta', che non mi vedeva da circa 10 anni.
Ad un certo punto il bus entra in Princess Street: ci siamo.

La ricerca dell'hotel e' quantomeno ridicola: a causa di un cantiere l'ingresso alla via e' chiuso. Ma c'e' una indicazione, un cartello con una freccia.
Peccato che i camionisti del cantiere ne hanno spostato il verso per parcheggiare il camion.....

Conoscere Bill McNie e' stato bello. Una persona veramente alla mano, simpatica, campione mondiale di bevute.
Durante la serata vengo a scoprire che facciamo lo stesso lavoro: un indefinibile mestiere in banca, un po' informatici un po' organizzazione.
Alla quinta pinta e secondo whiskey cedo clamorosamente.
Ormai sono alla frutta.
Ma non contenti ci dirigiamo in un ulteriore pub.
E li' ho veramente rischiato. Ma, quantomeno ho limitato i danni, sono riuscito ad arrivare in camera sano e salvo e senza complicazioni.
Verso le 4.30 del mattino un martello pneumatico nella testa mi sveglia. Ma due bustine di aulin mi permettono di svegliarmi fresco come una rosa.
E pronto per la full scottish breakfast (porridge included) !!!

Il viaggio in treno ci permette di caricarci ancora di piu': la serata si avvicina.
Prendiamo possesso dell'hotel.

Scena del check-in:
"Hi, my name is mr. Roncolato, I've a reservation for 1 double room"
"I'm sorry sir, your room is not ready until 2 pm"

........
3 ore di shopping serrato in buchanan street e alle 2 e un minuto del pomeriggio.....

"Hi, my name is mr. Roncolato, I've a reservation for 1 double room"
"I'm sorry sir, your room is not ready until 2 pm"
" ?!?!?! It's' 2 pm !!!!"

Il pomeriggio passa veloce, tra shopping, rinforzini alimentari, fish & chips, torte sbagliate e birre giuste.

Finally: taxi per Carling Academy.
Arriviamo ed il tour bus fa capolino dal retro del locale.
Entriamo esibendo orgogliosi i nostri pass.
All'interno del locale ritroviamo Tara, Kate, Yatta...che bella sensazione.
La tentazione di prendere una maglietta XXS per il presidente e' tanta: ma l'unica taglia rimasta e' una XL.
Presidente forse avrai una maglietta decente !!

Conosciamo Mo Warden, grande amica di Fish nonche' tenutaria della mailing list inglese.
E qui un doveroso ringraziamento: Mo aiuta me e d Andrea con quelli della security per convincerli a darci il permesso per montare lo striscione.
The Company Italy Is Here !!!
Il banner fa splendida mostra di se' dalla balconata sopra il mixer !!!
Mai, dico mai, posizione migliore.

I convenuti al concerto assistono ad un drappello di alcuni pazzi con in testa un cappello da giullare che si aggira per l'academy.
I saluti sono tanti, le alzate di bicchiere pure.

Proviamo a fare un saluto a Fish prima del concerto, lo troviamo nel backastage insieme al resto della band.
Ma manca poco, e il tempo per i saluti e' scarso.
In ogni caso l'accoglienza e' stata calorosa.

sul concerto in se' non so cosa dire.
Le lacrime trattenute sono state tante.
L'accoglienza, l'entrata sul palco: clamorose.
Boato dell'audience.
Ad un certo punto mi ritrovo Bill vicino con 6 pinte di plastica vuote, infilate una dentro l'altra, in una mano e una pinta piena nell'altra.
Come ci dira' Jimmy il giorno dopo: non si guarda Fish senza una birra in mano.
Pero' il terrore di perdere anche un solo minuto di concerto, un solo metro di posizione ci fa rimanere li'.
Piantati nelle nostre posizioni.
Braccia alzate.

Credo che l'highlight del concerto sia uno ed uno soltanto:
l'ultima, l'ultimissima parola pronunciata dal pescione sul palco prima di abbandonare la scena: "buonaseraaaaa"

Al termine del concerto aspettiamo con ansia di andare a salutare Fish.
Entriamo nel backastage, ed un Fish a dir poco "disappointed" ci attende.
L'amarezza e' tanta per lui, di Edinburgo, di avere 1.500 persone a Glasgow, ed un riscontro completamente diverso nella sua citta' di origine.
E' stato un Internal Exile ammettere al microfono, all'audience, ad inizio concerto che nonostante sia dell'altra citta', lui si sente uno di Glasgow.

This is the story so far.

Gianluca Petri

FISH - Glasgow Carling Academy - 22 Novembre 2008


Glasgow Carling Academy 22/11/2008

Prologo:Luglio 2008.

Incomincia a definirsi seriamente l'ultima parte del "13th Star" tour che vedrà Fish in giro per l'Europa per la terza volta in dodici mesi.
Visto il clamoroso precedente di Amsterdam a marzo,la tentazione di andare da qualche parte per una nuova impresa ittica non è trascurabile.
A livello di weekend la data piu' "comoda" sembra essere Londra,ma sei giorni dopo insidiosamente si annida Glasgow.........

Con un bit-rate di 986 Giga/sec riemergono vecchi ricordi ed antiche battaglie,poi mi compare un grasso e barbuto cherubino in kilt appollaiato non sulla solita nuvoletta ma su un barile di Tennent's 80 che gentilmente mi pone il seguente dubbio amletico:
"Ye wanker,whit thae hell are ye gaun tae dae in bluidy London?"
(trad.: "Amico viandante, ritieni davvero opportuno recarti nella capitale inglese?")

21 novembre 2008.

Siamo in cinque a decollare per Edimburgo:io e Simona,Andrea, Gianluca e Barbara.
Il resto del gruppo si è aggregato in breve,confidando in quella che è ormai una legge scritta:il tour di Fish si divide in due categorie: tutte la altre date e quella di Glasgow!
Una delle migliori audience per Fish da sempre,senz'altro la piu' rustica ed a dir poco interattiva....

Passeggiare per Edimburgo dopo sette lunghissimi anni è personalmente ancora un'emozione ed uno straordinario piacere,forse quasi quanto rincontrare Bill McNie: siamo tutti e due un po' ingrassati,ma per il resto è come se ci fossimo visti l'altro ieri.
Dopo un ristorantino indiano con cui abbiamo condiviso la tavola con la famiglia McNie al completo (Glenda ed i figli Callum e Catherine) ci si avvia per un "paio" di drink nei pub,ovvero "Volete venire in Scozia con Jimmy che poi incontra Bill? Welcome indeed!"

Sabato mattina:un paio di aspirine e treno per Glasgow dove tutta la giornata viene spesa nello shopping piu' sfrenato: chi vi scrive violenta la carta di credito (della moglie,scusa regalo di Natale) al negozio di una squadra locale con maglia a righe orizzontali biancoverdi per concludere,così come Andrea e Gianluca,con lo strepitoso acquisto ad una sterlina di un cappello da giullare.
Della serie:stasera vogliamo passare inosservati...........

Glasgow. Home Turf.
Anche se è la prima volta che lo vedo alla Carling Academy (ex cinema adibito ad hall per concerti con palco bello grande e notevole acustica), è la mia quinta data nel corso degli anni in questa città ed anche stasera ci sono tutte le premesse per una gran serata.
Un saluto veloce a Tara,Katie,Yatta e Pescione (è facile riconoscere tre lobotomizzati con jester hats....),prime birre con Bill arrivato or ora da Edimburgo e con Gordon da Aberdeen ritrovato dopo tanti anni ed è ormai già ora di iniziare: Gazza Ladra e resto dell'intro ancora quasi coperto dalla caciara del pubblico (direi circa millecinquecento presenti), ma poi alle prime note di Slainte Mhath tutti sono pronti a cantare con Fish per un paio d'ore.
I vari "Waiting" a fine brano rieccheggieranno per vario tempo.
Prima "Circle Line" e poi "Square Go" ci introducono il materiale di "13th Star",con la seconda che secondo me si conferma essere il miglior pezzo del disco,provocando vari cori qua e là che proseguono anche durante "So Fellini";audience già sugli scudi.
Tutta la Carling Academy accompagna poi parola per parola il trittico iniziale di "Clutching at Straws" (puri brividi) per scatenarsi all'unisono nel finale: WARM! WET! CIRCLES! Glasgow Roar 1 - Rest of the World 0
Siamo alla magnitudo 7.7 della scala Dalglish......
A questo punto,come già timidamente accennato prima dal pubblico, il coro "Geeza Bun" cresce a dismisura: Fish sta parlando,ma nessuno gli sta dando retta,il coro è ormai composto da quasi tutti i presenti ed è solo con brusche maniere e la promessa "Piu' tardi" che il Pescione ci riconduce all'ordine. In realtà ci sta ignobilmente gabbando.........
Nuova immersione totale nel materiale di "13th Star": si sussegguono "Zoe 25","Arc of the Curve","Open Water" e ""Dark Star":un po' per tutti i gusti,dalle ballads all'hard rock,ma ancora una volta il repertorio ormai datato un anno fa si conferma essere di notevole livello.
E' comunque con "Faith Healer" che i sismografi vanno in tilt: Fish la presenta dedicandola ad Alex Harvey che era proprio di Glasgow con l'entusiasmo di un 15enne da cover band e la esegue ancora piu' assatanato,concedendosi una discesa sciamanica fra il pubblico al grido di "Let me put my hands on you".
Nonostante il baccano che pervade la venue è praticamente un momento religioso (qua sono abituati così....)
Grandissimo momento rock,assolutamente lo zenith della serata.
"Clichè" calma le acque burrascose della Carling Academy e ci ripropone l'assolone di Frankie ormai a livelli di scuola di chitarra; Fish a fine brano,invitando all'applauso i presenti, dichiara: "Il chitarrista piu' sottovalutato del Regno Unito!" Sono diciannove anni che lo sostengo anch'io.
Primo bis: "Kayleigh". "Bill, fancy a pint?"
Secondo bis:"Lavender": ancora e sempre da lacrime.L'unico rammarico a riguardo è non essere riusciti con Gianluca a replicare perfettamente la nostra personale versione di "Blue Angel" (così come a Lecco) a causa delle altre decine di persone che in quel momento si sono messe a cantare a squarciagola; il sincronismo fra coloro che sono alla decima birra è ancora arte da affinare.
"The Last Straw": ovvero il pezzo piu' bello del piu' bel disco dei Marillion.

So di ripetermi e lo faccio volontariamente;non vedo perchè dovrei sforzarmi di esprimerlo altrimenti.
Date le brutture della vita, potrebbe essere l'ultima volta che ce lo godremo live per molto tempo a venire (non voglio neanche pensare a scenari ancora piu' apocalittici....) ed è esattamente quello che facciamo: godiamo!
Un chiassosissimo insieme di urla ed applausi saluta la band per veder poi ricomparire i soli Fish e Frankie per quello che sarà l'ultimo pezzo:una versione solo chitarra e voce di "Sugar Mice".

Tirando le somme,una grande data!

Non così epocale come è stata Amsterdam a Marzo,ma su notevoli livelli:ancora una volta Glasgow si conferma essere un caposaldo inespugnabile per Fish ed il suo pubblico.
Stasera veramente issato allo status di eroe nazionale.
Ancora una volta chilometri ed Euro sono stati investiti benissimo;Gianluca ed Andrea stanno già pregando perchè anche nel prossimo tour Glasgow venga piazzata in un weekend.

Durante i saluti finali con Fish e tutto l'entourage la gioia per una grande serata si mescola con la malinconia che già dopo 5 minuti ci attanaglia e ci terrà compagnia fino al prossimo evento ittico. E' inutile stare a perdere tempo: stato un grande weekend con un grande show.
E' stata la mia 122ma data solista ed in effetti ho un rimpianto: vorrei che fossero state almeno 123;non ci vuole un Nobel per indovinare dove avfei voluto vederla.

THANKS AGAIN TO EVERYONE OVER THERE.
Our hearts belong to you.
Sorry,but you are not going to get rid of us.

Jimmy Roncolato